lunedì 27 maggio 2013

UNA RIFLESSIONE


Il fatto è che il Movimento 5 stelle è riuscito ad intercettare solo la rabbia dei cittadini ma non il loro bisogno di effettiva politica e di arte della mediazione in tempi così pieni di relativismo e incertezze, con nuove istanze che bussano alla porta e nuovi diritti che chiedono di essere riconosciuti e disegnati. La soglia del terzo millennio si apre con la necessità storica di risposte vere e concrete e di arte della mediazione, ora più che mai, in tempi al crocevia dei rivolgimenti ideologici. Soprattutto il M5s non è stato in grado di interpretare la vera domanda di cambiamento che viene dalla società. Un cambiamento che non è avvertito come una semplice operazione di epurazione anagrafica della classe politica ma come una assunzione di responsabilità per la soluzione dei problemi economici e sociali che si fanno ogni giorno più pressanti. La rigidità delle risposte ed i vuoto programmatico del M5S hanno mostrato il fianco, alimentando ulteriormente le incertezze che possono, inevitabilmente, venire da una generazione di nuovi politici senza effettivo e concreto retaggio storico, solidità di idee, certezza di azioni sociali. Del resto non ci si poteva aspettare di più da quello che si presenta, per l'appunto, come un semplice Movimento, non certo un partito politico a tutti gli effetti. Un Movimento, e per giunta con un padrone, o più padroni. Un Movimento ossessionato da alcuni dettati populistici di natura economica (anche interni al movimento stesso) di cui se ne fa bandiera ma di cui non riesce a scioglierne i nodi essenziali, eccessivamente preso dalla consultazione continua e pedissequa, dal dialogo che appare tale ma è unidirezionale a tutti gli effetti, scevro da ogni interesse alla libera iniziativa, nonché creatività, perché, per sua natura mancante di collante e fiducia tra i propri stessi eletti. Non basta gridare nelle piazze per convincere della bontà delle proprie idee. Non bastano le operazioni di facciata per conquistare credibilità ed affidabilità.
Non bastano vuote parole, per giunta volgari, per spingere le persone a votare. Il solo obiettivo della distruzione del PD non è il sentire comune. Non è quello che chiedono i cittadini alla politica. Il M5s è solo un tentativo maldestro di estirparci quel po’ di rabbia che ci è rimasta ancora in corpo. Gli elettori lo hanno capito e lo hanno anche dimostrato. (b.c.)

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