venerdì 27 luglio 2012

Intercettazioni : una norma è già all'esame del Senato - la lungimiranza di D'Alema ...

E' all'esame delle commissioni Affari Costituzionali, Giustizia, Affari esteri, Difesa, Bilancio, Lavoripubblici e Comunicazioni del Senato, il disegno di legge concernente il "Sistema di informazione per la sicurezza della Repubblica e la disciplina del segreto, modifiche alla legge 3 agosto 2007, n. 124 – S.3417" che vede cofirmatari gli onorevoli Massimo D'Alema, Fabrizio Cicchitto, Pietro Laffranco, Ettore Rosato. Relatore il Senatore Vizzini. Il COPASIR, presieduto dall'on. Massimo D'Alema, ha dato seguito ad un allarme lanciato già lo scorso febbraio : evitare la speculazione finanziaria e gli attacchi cibernetici nel nostro paese. Come fare? Partendo dal ridisegno della Legge 124 del 2007 – quella sul Sistema di informazione e sicurezza della Repubblica e disciplina del Segreto di Stato - che in questi 5 anni dalla sua approvazione, ha visto l'emanazione di 23 regolamenti di attuazione. In pratica si è voluto eliminare duplicazioni di alcuni Uffici ed inutili perdite di tempo, si è concentrato tutto nelle mani del Presidente del Consiglio che, tra l'altro, ha la responsabilità di aporre il segreto di Stato su determinati eventi nazionali, qualora si verifichino. Ma per snellire ad armonizzare la struttura e renderla più efficiente ed al passo con i tempi è necessario dotarla anche di ulteriori strumenti di sicurezza e controllo, come quelli informatici, per l'appunto. Così, di concerto con l'on. Cicchitto, Lanfranco e Rosato, D'alema è il primo firmatario del nuovo disegno di Legge approdato al Senato della Repubblica e affidato all'esame delle Commissioni competenti, prima di entrare in Aula. Ciò che viene ribadito è la necessità di razionalizzare l'organismo "attraverso una riorganizzazione che non intacca la capacità operativa del servizio. Non c'è dubbio che uno dei capitoli più importanti è quello di rinnovare il quadro delle risorse umane con l'acquisizione di professionalità e competenze, senza svalorizzare il personale attuale. E' però evidente che i nuovi compiti richiedono nuove professionalità e anche una leva più giovane, che deve essere via via acquisita nel quadro delle compatibilità finanziarie. E questa è un'esigenza che non potremo trascurare" – come affermato dallo stesso D'Alema in una intervista proprio del febbraio scorso. Nel testo di D'alema c'è anche un passaggio sulle intercettazioni : " Con l'art.12, si propone di modificare l'art.4 del decreto-legge 27 luglio, n.144, convertito, con modificazioni, dalla legge 31 luglio 2005, n.155, prevedendo che l'autorizzazione ad eseguire intercettazioni preventive debba essere richiesta al procuratore generale presso la corte d'appello di Roma e non più, come stabilisce la norma attualmente vigente, al procuratore generale del distretto in cui si trova il soggetto da sottoporre a controllo ovvero, nel caso in cui sia determinabile, dal distretto in cui sono emerse le esigenze di prevenzione" ... una norma che porebbe interessare più d'uno ultimamente ..
http://www.senato.it/service/PDF/PDFServer/BGT/00670791.pdf

domenica 22 luglio 2012

Quando la teoria delle aspettative razionali si trasforma in psicoeconomia finanziaria, il brivido segreto degli analisti istituzionali.

Nei paesi dove ha avuto luogo, il processo di sviluppo ha portato con sé cospicui benefici. Purtroppo tra questi paesi non possiamo annoverare l’Italia, se non per settori e nicchie che pur tendono a “svuotarsi”. C’è da aggiungere che il processo di sviluppo ha avuto, e sta avendo, in tutti i paesi, rilevanti costi in termini di valori, in termini economici ed in termini umani. Ad una crescita vertiginosa della produzione industriale – anni 70/80 – si è registrata una costrizione inesorabile al ribasso dovuta soprattutto alla disillusione che ha fatto seguito alle inappropriate politiche di incentivi e sostegno, soprattutto in Italia. A ciò si sono affiancati i temi ecologici, i problemi connessi al ciclo dei rifiuti industriali ed urbani, l’etica politica, l’aumento della popolazione mondiale ed infine lo scardinamento dei confini geografici per effetto dei mercati e delle tecnologie informatiche. Ha lentamente preso piede il termine “sviluppo sostenibile” ossia come avanzare nel progresso sociale, economico e tecnico-industriale senza danneggiare l’ambiente e la vita. Le questioni principali dello sviluppo sostenibile riguardano il conflitto tra interessi privati ed interessi pubblici, tra Mercato e Stato, tra economia e morale e tra morale e politica. Tutto ciò potrebbe anche far evidenziare che la democrazia è fragile, come si dice da più parti, ossia troppe possibilità annullano le possibilità. In realtà la democrazia è fragile nella misura in cui sono “fragilmente democratici” coloro che governano la democrazia. Per “fragilmente democratici” non s’intende solo una categoria ideologica, bensì un convincimento intimo circa l’opportunità di equilibrare l’asse delle scelte sulla linea delle pari opportunità, senza nulla sottrarre a meriti ed esperienza. Solo quando le scelte saranno indirizzate verso l’inclusione generale, solo quando si allontaneranno dall’esclusione parziale, e nel far questo si renderanno effettive ed efficaci, solo allora si potrà parlare di vera e compiuta democrazia. Ma al di là di questo fatto molti vuoti della democrazia e di conseguenza molte falle della economia, come della finanza, dipendono dal fatto che non sono scienze sperimentabili, non esistono laboratori dove possono essere stilati paradigmi assiomatici. La finanza e soprattutto certa economia, sono spesso imprevedibili e tendono piuttosto a sollecitare comportamenti e reazioni in base ad aspettative e finalità. Quindi si assiste ad una sorta di bipolarizzazione: da un lato troviamo modelli astratti basati su aspettative ipotetiche in genere di lungo tempo e dall’altro troviamo modelli empirici basati su stimoli e risposte economiche dell’immediato. In realtà una grave pecca delle teorie economiche attuali è il non saper combinare tutti gli elementi appropriatamente. Così oscilliamo tra il liberismo dei mercati, l’ultraliberismo della finanza, il labourismo, l’assistenzialismo, il walfare ed il controllo restrittivo monetario degli Stati (senza tra l’altro una adeguata politica dei prezzi). Insomma a parte l’intento appunto psico-sociale – di regolare l’eccesso di aspettative della cittadinanza – sembra che le politiche economiche attuali un primo grande effetto l’abbiano sortito: una sorta di depressione e povertà generale, a fronte di una crescente incertezza – scatenante le follie più inimmaginabili – che rende ancora più instabile la base vera dell’economia stessa : i cittadini. Fortunatamente viviamo in un’epoca ad altro sviluppo tecnologico, sono sempre più convinta che è proprio quello che ci salverà …

venerdì 20 luglio 2012

Salga a bordo ... !!!

Io capisco la ritrosia. La questione è di quelle spinose assai. Di quelle che spaccano il Pd. Come la mettiamo con un paese che è sede del Papato. Il Papato, negli ultimi tempi nell'occhio del ciclone anche Lui. L'Altissimo è stato "ridimensionato", e figuriamoci se non capitava. Ma DICO come si fa? Sembra materiale da romanzo, da film dell'orrore, e invece è vero, tutto vero. Al mondo restano pochi "angoli bui" ormai, dove dare libero sfogo alla fantasia, quella più segreta ed immaginare il bello ed il brutto. Il resto è tutto in chiaro, tutto materiale, tutto empirico e del “liquido” ha più che altro la caratteristica del movimento continuo. Forse non va bene, forse sì, chissà. Intanto come si fa a tornare indietro e a dire: “scusate tanto, abbiamo scherzato, non se ne fa più niente. Rinascondiamo tutto sotto la sabbia e arrivederci”. Andiamo. E’ puerile, è ipocrita. Siamo esseri umani, al di là del dato religioso, ci colpiscono le debolezze. Ecco, sì questo è il punto. Le debolezze. Una in particolare sta facendo parlare tutti, tra l’inorridito, il sorriso inebetito, i sentimenti di inadeguatezza e impreparazione, il rifiuto ossessivo e l’accettazione tout court… : l’omosessualità. Siamo un paese a forte tradizione famigliare, siamo tutti stati battezzati e andiamo in chiesa la domenica mattina chiedendoci in cuor nostro perché Gesù non venga a darci una mano che le cose si fanno sempre più complicate. “Complicate” è un termine eufemistico per dire che abbiamo paura, Chiesa compresa, di questo mondo che avanza in modi “selvaggi” perché appunto “terreni”, invece di procedere sulla via della “rettitudine” aulica, eterea ed immateriale, così come l’abbiamo disegnata fino ad ora. Lo scardinamento dei confini geografici, la globalizzazione, le economie in bilico, le tecnologie, internet, i social networks, ci fa tutto paura. Quale impegno per i cattolici in politica, si chiedono i moderati, che è un po’ come dire, cosa possiamo fare per non perdere il nostro bagaglio culturale, per non minare alle fondamenta una società costruita su valori e canoni generalmente accettati e riconosciuti. E’ terribile, la domanda è quasi esistenziale. D’altro canto fino ad ora abbiamo accettato : ridimensionamento delle istituzioni, il fatto che il matrimonio possa anche sciogliersi, il riconoscimento della convivenza e delle coppie di fatto, le debolezze della Chiesa, la cessione di parte della sovranità statale per il bene di una Comunità più ampia, il riconoscimento di mestieri altri, abbiamo accettato proprio l’altro, il diverso da noi, secondo il principio dell’uguaglianza, abbiamo accettato e riconosciuto che gli animali hanno un loro posto nella vasta teoria della dignità e dei diritti, abbiamo accettato che portatori di handicap possano lavorare, abbiamo imparato la pietà ed il perdono avvicinandoci di più ai sentimenti cristiani e agli angeli, sappiamo che ancora non riusciamo ad accettare che le differenze di genere non sono altro che semplici differenze sessuali, abbiamo capito che non tutto quello che ci ripugna è sbagliato… Abbiamo fatto sforzi enormi di adattamento ad un mondo che aumentava esponenzialmente il numero degli esseri viventi, abbiamo cercato di dirimere le controversie del multisoggettivismo, non riuscendoci ancora. Abbiamo visto la guerra spietata, il risorgimento disperato, abbiamo conosciuto gli orrori della persecuzione, la scelleratezza del crimine efferato, piangiamo i nostri martiri e nel far questo ci consideriamo tutti un po’ martiri, ormai. Ci sentiamo mancare, venir meno da cos’altro possa ancora accadere.. Che fare, come fare? Niente. La risposta è un po’ troppo vaga. Bisogna pur far qualcosa. E allora “acconciamoci l’occhio” come si dice. Cerchiamo l’approccio meno complicato possibile e lasciamo che questo mondo scorra cercando il suo equilibrio, perché questo è necessario se vogliamo salvarci tutti, salvare le nostre identità, salvare le nostre tradizioni, la storia ed il futuro. Acconciamoci a guardare le cose con pensiero puro, scevro da pregiudizi, e cerchiamo di guidare, soprattutto chi lo deve fare perché al comando, tenendo il timone, regolando gli scivolamenti. Insomma “Saliamo a bordo, cazzo!”.

mercoledì 18 luglio 2012

D'ALEMA COME EVANS : LA SICUREZZA PRIMA DI TUTTO !

"Distruggiamo i nostri nemici informatici" è l'imperativo dei parlamentari inglesi
A parte il fisco sulla privatizzazione della sicurezza per i giochi Olimpici 2012, in Inghilterra c'è un'altra grana da "grattare" : la sicurezza informatica. ScottlandYard ha il suo bel da fare.
Capita così che il Parlamento inglese avverta : "La Gran Bretagna dovrebbe dichiarare guerra informatica agli stati e ai criminali che prendono di mira il paese utilizzando attacchi di rappresaglia aggressivi per distruggere le operazioni di governo". Non si sa bene in che direzione vada la suonata, ma la cosa è certa : non è un momento molto tranquillo per gli inglesi.
Tutte le Agenzie di sicurezza e di intelligence sono state allertate a rendersi disponibili con la massima attenzione contro programmi come il virus Stuxnet che ha colpito le ambizioni nucleari dell'Iran.
L'Intelligence e il Security Committee (ISC) inglesi, interpellati, ​​hanno dichiarato che non è sufficiente difendersi solo contro gli attacchi informatici, è necessario che anche le agenzie militari e di spionaggio siano sul piede di guerra contro chi usa questi espedienti a propri fini
A quasi due anni dal finanziamento di £ 650.000.000 sterline per il programma nazionale di sicurezza informatica, la relazione parlamentare inglese, presentata e resa pubblica ultimamente, evidenzia che non è stato fatto abbastanza per proteggere la Gran Bretagna. I deputati lamentano che il paese è sempre più vulnerabile rispetto ai propri nemici.
Già il mese scorso, Jonathan Evans, il capo del MI5, avvertiva circa un livello "stupefacente" di attacchi informatici provenienti da stati nemici e criminali, che minacciavano segreti governativi e le imprese. Uno di questi attacchi – ha asserito Evans – è costato a Londra un affare come £ 800 milioni di sterline.
Nella sua relazione annuale, l'ISC ha sostenuto che la difesa contro gli attacchi informatici deve essere una priorità per la Gran Bretagna, ma "ci sono anche opportunità per la nostra intelligence e le agenzie di sicurezza e militari che dovrebbero essere sfruttate nell'interesse della sicurezza nazionale del Regno Unito. Coloro che sono impegnati nel programma "difesa attiva" - capace di interferire con i sistemi di persone che cercano di penetrare le reti britanniche - GCHQ, MI5 e MI6 - dovrebbero essere coinvolti anche nel programma contro lo "sfruttamento" delle reti con l'obiettivo di ostacolare attività o capacità senza essere scoperti".
La relazione ha individuato il virus Stuxnet come probabile responsabile del collasso dell'intero sistema britannico, che si crede sia stato specificatamente usato per interrompere il programma iraniano di arricchimento nucleare.
Tuttavia, la relazione ha sollevato preoccupazioni poichè "gran parte del lavoro di tutela degli interessi del Regno Unito nel cyberspazio è ancora in una fase iniziale". E' scritto: "Venti mesi nella National Cyber ​​Security Programme, non sembra abbiano portato qualche progresso sul rafforzamento delle capacità informatiche.La relazione aggiunge che l'80% degli attacchi informatici possono essere preventivamente evitati semplicemnte usando un sofware appropriato ed una password più che sicura.
E mentre l'Inghilterra è alle prese con ogni sorta di spionaggio, in Italia non si scherza.
Lo diceva Dan Brown in Crypto, il diritto alla privacy è fondamentale e non dovrebbe mai essere interrotta da Fortezza Digitale – il sistema di decriptazione dei messaggi – purtroppo però questo diritto di "web reputation" è utile ai terroristi o a tutti coloro che vogliono, attraverso internet, violare i siti o la sicurezza sia dei privati cittadini che degli stati interi, usando canali indecifrabili.... un cane che si morde la coda. E allora gli Stati hanno necessità assoluta di reclutare buoni informatici per mantenere alto il sistema di sicurezza. Il punto è : o aprire tutte le porte facendo scendere – e di molto – il livello della democrazia in rete – mettendo tutto in chiaro e prevedendo sanzioni punitive e poco lecite contro ogni utilizzo "un pò allegro" di internet; oppure sono costretti a continue operazioni di spionaggio informatico.
Così anche in Italia si è dovuto scomodare addirittura la legge sul "segreto di stato". Questa volta, però, si è compiuto una operazione meritoria e doverosa nel testo vigente. Il COPASIR, presieduto dall'on. Massimo D'Alema, ha dato seguito anch'esso ad un allarme lanciato già lo scorso febbraio : evitare la speculazione finanziaria e gli attacchi cibernetici nel nostro paese. Per far questo si è dovuto ridisegnare la Legge 124 del 2007 – quella sul Sistema di informazione e sicurezza della Repubblica e disciplina del Segreto di Stato - che in questi 5 anni dalla sua approvazione, ha visto l'emanazione di 23 regolamenti di attuazione. In pratica si è voluto eliminare duplicazioni inutili di alcuni Uffici, si è concentrato tutto nelle mani del Presidente del Consiglio che, tra l'altro, ha la responsabilità di aporre il segreto di Stato su determinati eventi nazionali, qualora si verifichino. Ma per snellire ad armonizzare la struttura e renderla più efficiente ed al passo con i tempi è necessario dotarla anche di ulteriori strumenti di sicurezza e controllo, come quelli informatici, per l'appunto. Così, di concerto con l'on. Cicchitto, Lanfranco e Rosato, D'alema è il primo firmatario del nuovo disegno di Legge approdato alla Camera dei Deputati ed affidato alle Commissioni competenti, prima di entrare in Aula. Ciò che viene ribadito è la necessità di razionalizzare l'organismo "attraverso una riorganizzazione che non intacca la capacità operativa del servizio. Non c'è dubbio che uno dei capitoli più importanti è quello di rinnovare il quadro delle risorse umane con l'acquisizione di professionalità e competenze, senza svalorizzare il personale attuale. E' però evidente che i nuovi compiti richiedono nuove professionalità e anche una leva più giovane, che deve essere via via acquisita nel quadro delle compatibilità finanziarie. E questa è un'esigenza che non potremo trascurare" – come affermato dallo stesso D'Alema in una intervista proprio del febbraio scorso. Il Parlamento italiano come il parlamento inglese, dunque. E c'è da giurarci, come i parlamenti del mondo. Nel testo di D'alema c'è anche un passaggio sulle intercettazioni : " Con l'art.12, si propone di modificare l'art.4 del decreto-legge 27 luglio, n.144, convertito, con modificazioni, dalla legge 31 luglio 2005, n.155, prevedendo che l'autorizzazione ad eseguire intercettazioni preventive debba essere richiesta al procuratore generale presso la corte d'appello di Roma e non più, come stabilisce la norma attualmente vigente, al procuratore generale del distretto in cui si trova il soggetto da sottoporre a controllo ovvero, nel caso in cui sia determinabile, dal distretto in cui sono emerse le esigenze di prevenzione" ... una norma che porebbe interessare più d'uno ultimamente ...

martedì 17 luglio 2012

IMPEACHMENT

L'impeachment è un istituto di origine inglese il cui significato oscilla tra "accusa/stato d'accusa" e "imputazione". Nel nostro ordinamento è preisto dall'art.90 della Costituzione. In sostanza si basa sulla previsione di tutela della comunità tutta sul territorio nazionale contro atti lesivi posti in essere da altre cariche dello Stato. Ma la previsione dell'impeachment - il cui termine può anche riferirsi a"blocco" - può partire anche in vista di un impedimento di un'alta carica istituzionale qualora questa non sia in grado più di esercitare le sue funzioni. E', dunque, proprio questo istituto di impeachment che può generare la difesa e la tutela della "persona istituzionale" qualora sia oggetto di "attacchi politico-giurisdizionali"
Il 4 dicembre1991 l'allora segretario del pds Achille Occhetto, varcò il Rubicone dello scontro con il Quirinale, votando e facendo votare l'impeachment contro l'allora Presidente della Repubblica Francesco Cossiga. "Il presidente della Repubblica ha violato il dovere costituzionale dell' imparzialità e ha teso ad estendere le proprie prerogative a danno di quelle di altri poteri costituzionali" - così si leggeva nella nota consegnata ai Presidenti di Camera e Senato.
Ma per "onestà" d'informazione si riporta l'articolo dei Repubblica di allora :

Occhetto ha avuto il via libera. A maggioranza, riproponendo gli stessi schieramenti che si erano fronteggiati a Botteghe Oscure, i gruppi parlamentari del Pds hanno approvato la richiesta di impeachment del capo dello Stato. Con i sì di 104 deputati e di 44 senatori, e i no, nel complesso, di 37 parlamentari dell' area riformista. Astenuta la senatrice Gianna Schelotto, mentre Francesco Macis, presidente del comitato per i procedimenti d' accusa, non ha partecipato alla votazione "per motivi di opportunità". Un voto scontato dopo una discussione sofferta. E segnato al Senato dal sospetto di un clamoroso caso di spionaggio. A dispetto della segretezza della riunione, infatti, i cronisti in sala stampa hanno potuto ascoltare "in diretta" il succedersi degli interventi pro e contro la messa in stato d' accusa del presidente della Repubblica. E questo, nonostante che i tecnici del Senato non avessero attivato i meccanismi che regolano gli apparati di ascolto a circuito chiuso. Un mistero, che a tarda sera, nell' ambito dell' inchiesta subito disposta da Giovanni Spadolini su richiesta del gruppo Pds, avrebbe trovato la sua soluzione nella scoperta di un congegno elettronico in grado di trasmettere il dibattito scavalcando la centralina rimasta inattiva e chiusa a chiave in un apposito armadio. E' un motivo di tensione in più nel giorno che ha visto il Pds varcare il Rubicone dello scontro con il Quirinale. E già oggi, al comitato per i procedimenti d' accusa, i commissari della Quercia preannunceranno l' arrivo della denuncia: le 40 cartelle che dopo una "ripulitura giuridico-linguistica" - spiegano a Montecitorio - verranno presentate ai presidenti di Camera e Senato, illustrando la "concatenazione logica e temporale" di atti e comportamenti di Francesco Cossiga "volti intenzionalmente" a modificare la forma di governo. E che nel suo insieme configura - conclude il documento - il reato di attentato alla Costituzione. Non è stata, e non poteva esserlo, una scelta indolore. E per questo Achille Occhetto è andato di persona a difenderne le ragioni all' assemblea dei deputati della Quercia, ribadendo la necessità, per Botteghe Oscure, di assumersi le proprie responsabilità. Prima di lui, era toccato a Giulio Quercini illustrare ai colleghi di gruppo il testo messo a punto poche ore prima. Un dispositivo molto articolato, segnato dall' affermazione che "il presidente della Repubblica ha violato il dovere costituzionale dell' imparzialità e ha teso ad estendere le proprie prerogative a danno di quelle di altri poteri costituzionali". Il "senatore Cossiga" - ha detto Quercini - ha aperto "una crisi istituzionale gravissima, dominata dal pericolo di cambiamento della forma di governo con mezzi non consentiti dalla Costituzione". E per questo il Pds ha imboccato "la via prevista dal nostro ordinamento per affrontare tali situazioni di pericolo, il ricorso all' articolo 90 della Costituzione". Emerge, nel documento presentato da Quercini e Pecchioli, la preoccupazione di sfuggire alla contestazione dell' illegalità dei singoli atti di Cossiga, che è il cuore degli attacchi di questi giorni al Pds, ma anche delle contestazioni di merito dei riformisti di Napolitano. Così la ricostruzione puntigliosa degli atti di Cossiga si intreccia con la sottolineatura che è stato lo stesso capo dello Stato a inquadrare i suoi comportamenti in una strategia, nel disegno esplicitato di preparare un cambio di regime, di aprire anche a colpi di piccone la strada ad un' altra repubblica. In un modo tanto irrituale da spingere lo stesso presidente ad affermare - ricorda il documento, citando un passo di "Cossiga uomo solo" - che "in un paese normale mi avrebbero da tempo mandato a quel paese". Non è bastato questo a convincere i deputati riformisti. La "destra" ha riproposto i suoi dubbi giuridici, ma ha insistito soprattutto sulla portata politica dell' "errore" attribuito ad Occhetto. Non si tratta - ha ammonito Napolitano - di denunciare i rischi di isolamento, su cui farebbe comunque premio la certezza di aver imboccato la strada giusta. Per metter fine davvero ai "comportamenti inaccettabili" del capo dello Stato, sarebbe stato più efficace sforzarsi di costruire anzitutto un arco di forze parlamentari in grado di indurre Cossiga a prendere atto dell' inevitabilità delle sue dimissioni. Alla prova del voto, il no dei riformisti è rimasto tale. Ma Occhetto non ha nascosto di aver "apprezzato" l' intervento di Napolitano, che è tornato a mettere la sordina alle voci su possibili gesti clamorosi della sua area al momento del confronto parlamentare. Il leader del Pds ha sottolineato l' unità di fondo del suo partito, e ha fatto suo l' appello di Napolitano alla "sensibilità" delle forze politiche democratiche "perché si possa risolvere questo problema prima che si entri nella fase decisionale della procedura di messa in stato d' accusa. Chi dice che c' è un' altra via - ha concluso - batta un colpo: ci dica qual è". Mentre alla Camera ci si contava già, a Palazzo Madama l' attenzione era ancora sul "mistero" che ha permesso ai cronisti di sentire Ferdinando Imposimato imputare a Cossiga il rifiuto di testimoniare su Gladio, e Luciano Lama giustificare il suo no avvertendo che Cossiga meriterebbe comunque l' impeachment "non una, ma dieci volte". In sala stampa, girando le manopole delle loro scrivanie, i giornalisti si sono accorti che uno dei sei canali del circuito audio interno trasmetteva, a sorpresa, la discussione "segreta" su Cossiga: una vera "diretta", ma a basso volume, come per effetto di un contatto con un canale attivo. Mentre i coleghi riempivano i taccuini, un giornalista della Dire ha avvisato Tonino Tatò, di quello che stava succedendo, e il direttore dell' agenzia del Pds ha telefonato a sua moglie, la vicepresidente del Senato Giglia Tedesco, che la riunione "segreta" non lo era più. Immediatamente, il capogruppo Ugo Pecchioli ha chiesto a Spadolini l' apertura di un' inchiesta. E a fine riunione, i tecnici hanno compiuto un primo sopralluogo nell' aula della commissione Difesa, prestata nell' occasione al Pds. Di lì a poco, la scoperta della microspia. Chi c' era ad ascoltare? E' difficile dirlo. Ma a Palazzo Madama il dubbio è che in linea ci fosse il Grande Fratello.
STEFANO MARRONI

A volte la storia d'Italia è un pò strana ....

lunedì 16 luglio 2012

Risposta veloce con la "collaborazione" di varie fonti

"Il sorpasso è il nome utilizzato per indicare il superamento del 1987 del PIL italiano rispetto a quello inglese evento che fece diventare l'Italia la quinta più grande potenza economica del pianeta dopo Stati Uniti, Giappone, Germania e Francia"
Il sorpasso fu il risultato del ricalibramento dei metodi di analisi statistica del governo italiano e anche del picco della politica di indebitamento pubblico dei governi degli anni ottanta (guidati da Bettino Craxi e dai suoi alleati della Democrazia Cristiana) che favorirono prestiti su larga scala di denaro pubblico sia a esperti uomini d'affari che a generici clienti.
Ci fu un altro sorpasso nel 1991 ma venne poi stimato al ribasso per via del disavanzo pubblico italiano.
Nel 1999 Governo D'alema, Ciampi Ministro Tesoro, Amato indipendente, si ha il contenimento del debito pubblico e l'ingresso nell'Euro. Manovra in seguito considerata forzata.
"Un nuovo "sorpasso" del Pil italiano rispetto a quello britannico, proprio come quello del 1987, si è verificato nel 2009. Già nel marzo 2009 si era consumato un primo sorpasso italo-inglese: quello del reddito pro capite, riportato con enfasi dall'Economist: secondo le stime dell'Economist intelligence Unit, misurando il Pil a cambi correnti, nel 2009 la Gran Bretagna era scesa al 12º posto nell'Europa a 15, seguita solo da Spagna, Grecia e Portogallo, mentre l'Italia era all'11º posto. Ma, rispetto al 1987, questa volta il sorpasso è più significativo, perché solo nel 2007 il Pil pro-capite della Gran Bretagna era di 46.030 sterline, il 27% in più rispetto a quello italiano (36.140 sterline. Tuttavia, secondo l'Economist, «la caduta della sterlina del 29% dai suoi massimi di gennaio 2007 ha cambiato la situazione» e, grazie al rafforzamento dell'euro rispetto alla sterlina, si è verificato il sorpasso: nel 2009 gli italiani produrranno 35.390 euro a testa, contro i 32.890 euro pro capite degli inglesi. Qualche mese più tardi, si è poi verificato anche il sorpasso del Pil nominale".....

Nota politica :
Pierluigi Bersani dal 18 maggio 1996 al 22 dicembre 1999 ricopre la carica di Ministro dell'Industria, del Commercio, dell'Artigianato e del Turismo nel Governo Prodi I.Dal 23 dicembre 1999 al 3 giugno 2001 ricopre la carica di Ministro dei Trasporti e della Navigazione.
Dal 17 maggio 2006 all'8 maggio 2008 ha ricoperto la carica di Ministro dello Sviluppo Economico nel Governo Prodi II.
Il 4 luglio 2006 emana il Decreto Bersani (2007), convertito definitivamente in legge il 6 luglio 2006. Le tematiche del decreto, detto anche "decreto sulle liberalizzazioni" tocca molti settori, da quello del mercato, alla tutela dei consumatori e anche quello dell'evasione fiscale. Il 31 gennaio 2007 un secondo decreto, convertito in legge il 2 aprile 2007 amplia le liberalizzazioni e le tutele dei consumatori.



venerdì 6 luglio 2012

#PD Senato presenta interrogazione #Governo

Atto Senato

Interrogazione a risposta orale 3-02963 presentata da FELICE CASSON
mercoledì 4 luglio 2012, seduta n.757
CASSON, FINOCCHIARO, ZANDA, LATORRE, ADAMO, ADRAGNA, AGOSTINI, AMATI, ANDRIA, ANTEZZA, ARMATO, BARBOLINI, BASSOLI, BASTICO, BERTUZZI, BIANCO, BIONDELLI, BLAZINA, BONINO, BOSONE, BUBBICO, CABRAS, CARLONI, CAROFIGLIO, CECCANTI, CERUTI, CHIAROMONTE, CHITI, CHIURAZZI, COSENTINO, CRISAFULLI, D'AMBROSIO, DE LUCA Vincenzo, DE SENA, DEL VECCHIO, DELLA MONICA, DELLA SETA, DI GIOVAN PAOLO, DONAGGIO, D'UBALDO, FERRANTE, FILIPPI Marco, FIORONI, FOLLINI, FONTANA, FRANCO Vittoria, GALPERTI, GARAVAGLIA Mariapia, GARRAFFA, GHEDINI, GIARETTA, GRANAIOLA, ICHINO, INCOSTANTE, LEDDI, LEGNINI, LIVI BACCI, LUMIA, MAGISTRELLI, MARCENARO, MARCUCCI, MARINARO, MARINI, MARINO Ignazio, MARINO Mauro Maria, MARITATI, MAZZUCONI, MERCATALI, MICHELONI, MONACO, MONGIELLO, MORANDO, MORRI, MUSI, NEGRI, NEROZZI, PAPANIA, PASSONI, PEGORER, PERDUCA, PERTOLDI, PIGNEDOLI, PINOTTI, PORETTI, PROCACCI, RANDAZZO, RANUCCI, ROILO, ROSSI Paolo, RUSCONI, SANGALLI, SANNA, SCANU, SERAFINI Anna Maria, SIRCANA, SOLIANI, STRADIOTTO, TOMASELLI, TONINI, TREU, VIMERCATI, VITA, VITALI, ZAVOLI - Ai Ministri della giustizia, degli affari esteri e della difesa - Premesso che:

nella seduta pomeridiana del 31 maggio 2012, l'intero gruppo del Partito Democratico del Senato ha presentato una interpellanza al Presidente del Consiglio dei ministri e ai Ministri degli affari esteri, della giustizia e della difesa (2-00477), in riferimento alle incresciose vicende connesse al cosiddetto armadio della vergogna, che per decenni ha tenuto nascosti i crimini nazifascisti risalenti alla seconda guerra mondiale, che hanno causato circa 15.000 vittime (oltre ad altre 15.000 vittime circa, in massacri i cui resoconti neanche finirono in quell'armadio: Massa Lombarda, Saonara, Trasaghis, Bologna, Arezzo, Onna, eccetera);

con l'interpellanza, oltre a cercare di impegnare il Governo in un'opera di trasparenza e di comunicazione di tutti i dati e di tutte le notizie, si chiedeva al medesimo anche di attivarsi al fine di risolvere la questione dei mancati risarcimenti per le vittime italiane delle stragi nazifasciste;

ancora tanti sono i dubbi ed i problemi non risolti, tra cui quello relativo alla mancata esecuzione delle pene dell'ergastolo inflitte dai tribunali militari italiani ad oltre venti cittadini stranieri, ex militari tedeschi, residenti all'estero;

considerato che:

alla fine del 2010 gli ergastolani condannati con sentenza definitiva dai tribunali militari italiani erano 21. Nel frattempo ne sono morti 6. I procuratori militari italiani che avevano condotto e stanno conducendo inchieste difficoltosissime, dati quasi settanta anni trascorsi dai fatti, e assai costose, al fine di ottenere l'esecuzione della pena, hanno compiuto tutti gli atti necessari attraverso Interpol e i rituali canali ministeriali. La Germania, però, non ha quasi mai risposto e in qualche caso si è limitata a comunicare che non si poteva ottemperare dato che si trattava di processi (quelli italiani) celebrati in contumacia;

nel 2009 il procuratore generale militare presso la Corte d'appello, Fabrizio Fabretti, all'apertura dell'anno giudiziario della magistratura militare che si tiene intorno alla metà del mese di febbraio, si rivolse al Ministro della difesa pro tempore, La Russa, chiedendo un intervento del Governo per questa situazione paradossale. Nemmeno lui, però, ricevette dal Governo alcuna risposta;

nel 2010, sempre il procuratore generale militare citato riformulò la richiesta al Ministro della giustizia pro tempore, Alfano, anche in questo caso senza ottenere alcun risultato;

i successivi procuratori generali militari sono tornati sull'argomento nel 2011 e nel 2012. La risposta è stata soltanto il silenzio;

rilevato che:

le norme europee prescrivono che le sentenze di condanna alla reclusione emesse da uno Stato membro devono essere rispettate, secondo una procedura ben nota, quanto meno facendo scontare, previa delibazione, la pena ai cosiddetti arresti domiciliari, trattandosi di persone in età assai avanzate, nel loro Paese;

si è sempre trattato di processi svoltisi ritualmente, secondo le norme del codice italiano, per di più alla presenza di funzionari dell'ambasciata tedesca. Ci sono state anche molte assoluzioni. E ciò, da una parte, conferma che tali processi si sono celebrati senza alcun pregiudizio, dall'altra, che ne è scaturita una vera e propria ulteriore ingiustizia, in quanto coloro che sono stati ritenuti colpevoli vengono ora, di fatto, trattati come innocenti;

inoltre, va ricordato che ci sono altre sentenze definitive in arrivo (Fivizzano, circa 500 vittime, Padule di Fucecchio, 184 vittime), oltre che alcune inchieste ancora in corso, come quella sul massacro di Borgo Ticino (con 12 vittime), dove agirono a fianco dei nazisti elementi della 10ª MAS, mentre a Fivizzano furono le brigate nere a sostenere gli uomini di Hitler. In questi giorni si è tenuta l'udienza preliminare a carico di uno dei massacratori, reo confesso, di militari italiani a Cefalonia;

è assolutamente inaccettabile che in un Paese civile, come l'Italia, avvengano, circondati dal più assoluto silenzio, fatti di eccezionale gravità come questi;

è assolutamente inaccettabile che non si voglia alzare la coltre del silenzio che avvolge ancora l'armadio della vergogna. Sembra quasi che i decenni (e la storia) siano passati invano,

si chiede di sapere:

se i Ministri in indirizzo siano a conoscenza dei fatti testè illustrati;

quanti e quali provvedimenti restrittivi della libertà personale risultino essere stati emessi dalla magistratura militare italiana nei confronti dei responsabili delle stragi nazifasciste, sia come provvedimenti cautelari, sia a seguito di sentenza definitiva;

quanti e quali di questi provvedimenti risultino essere stati trasmessi all'autorità tedesca;

quale risulti essere stata la risposta dell'Autorità tedesca;

in caso di risposte negative, quali iniziative il Governo intenda assumere per la riaffermazione della giustizia ed il rispetto dei provvedimenti giurisdizionali italiani citati.

martedì 3 luglio 2012

Grande !


Grande web talk su Googleplus con i giornalisti Gianni Riotta, Matteo Bordone, Massimo Razzi, Francesco Cundari, Filippo Sensi, Tonia Mastrobuoni e l'onorevole Pier Luigi Bersani, Segretario del Partito Democratico, in diretta Tv youdem - la Tv del Partito Democratico. Un'idea che innova la comunicazione politica avvicinandola ad un rapporto sempre più diretto con le istanze sociali e sempre più lontano dalle vecchie strutture della dirigenza e del potere. La tecnologia porta con sè la democrazia. Molto bene l'onorevole Bersani che mostra di dominare il mezzo anche meglio di quel grande comunicatore che è stato Berlusconi. Impara l'arte e .... usala al momento opportuno !!

Che fine hanno fatto ?



Enrico La Loggia, deputato Pdl, nel corso del dibattito nell'Aula della Camera dei Deputati sulla spending review, ha proposto un ordine del giorno nel quale invita il Governo a recuperare ben 20 miliardi di spesa pubblica degli anni passati di cui non se ne sa più niente.
L'onorevole La Loggia ha evidenziato che nel 2000 sono stati spesi 87 miliardi per la Pubblica Amministrazione e che in 10 anni tale spesa è lievitata di ben il 55% - nel 2010, 137 miliardi - a dispetto delle previsioni ISTAT dell'aumento del 15% di spesa.
Si chiede legittimamente l'onorevole ex maggioranza di governo : "Che fine hanno fatto gli altri 40 miliardi versati e non previsti? In quali tasche sono finiti?"
Se non lo sa lui .....
Comunque l'onorevole La Loggia (PdL) ha concluso chiedendo al governo se non sia il caso di prevedere, nel decreto sviluppo prossimo, il recupero di tale cifra di 40 miliardi per farne beneficiare i cittadini con una minore imposta di tasse .... molto generoso da parte sua.
I dati sono certificati anche dalla CONSIP