domenica 4 marzo 2012

#corruzionezero Così d'impulso ...

Pienamente conscia (e desiderosa che rimanga tale, sic.) offro una piccola, piccolissima, opinione sul senso della #corruzione di cui oggi si parla tanto. Tengo a sottolineare che sicuramente tale opinione risulterà non molto popolare allo stato dei fatti, ma altrettanto molto probabilmente è in anticipo sui tempi: forse sarà più in linea con il pensiero corrente tra qualche tempo, quando le acque saranno più calme, ed il tema meno scottante. Parto dal presupposto che corruzione è anche lasciarsi sopraffare dalle idee di chi – più autorevole – può risolvere i “nostri problemi” al costo di un semplice consenso o di un allineamento di pensiero. E scagli la prima pietra chi non è mai stato d’accordo con un amico, un superiore, un mito, un politico di riferimento, una religione perché inconsapevolmente trascinato dall’aura della “potenza” che in sé sembra portare quell’idea, quella tendenza di pensiero. Entriamo, così, nel campo psicologico, un campo tutto luci ed ombre. Ho ascoltato l’intervento di Debora Serracchiani #corruzzionezero a Prossima Italia – La politica va a Canossa - evento fortemente voluto da Giuseppe Civati: la forza di una classe politica giovane ed agguerrita, preparata e moralmente retta, fa del Pd una delle - se non “la” - forze politiche maggiori nel nostro paese. L’intervento di Debora, così come gli interventi di Civati in generale, sono l’humus di cui si alimenta il Pd, soprattutto al nord. Tuttavia più di una volta mi sono ritrovata a pensare a certe forme estremizzanti del pensiero, come inconsapevoli derive pericolose. “Di buone intenzioni son lastricate le strade dell’inferno” – si dice, e sembra essere vero proprio nei nostri tempi. Infondere nei nostri figli la cultura della legalità, facendo sapere loro che la corruzione è condannabile in tutte le forme, perché è un atteggiamento mentale e culturale, e quindi qualunque “deviazione” dalla retta via può essere denominata “corruzione” è ben meritoria cosa. Cambiare la mentalità del paese ancora ci sta (anche se è così che i regimi totalitari prendono il sopravvento), diciamo che l’interesse generale è fondamentale e quindi primario in questo momento di destrutturazione culturale dopo vent’anni di berlusconismo. Ma attenzione infondere il tarlo e l’ossessione della corruzione potrebbe essere dannoso più del male stesso. Invece infondere la cultura dell’elasticità mentale potrebbe essere salvifico in questo momento, come in altri, come in genere. E’ l’elasticità mentale che si adatta come materia plasmabile (ma inattaccabile) a qualunque situazione che rende alla dimensione umana, in tutte le sue manifestazioni, anche di impegno in politica, l’essenza della propensione al miglioramento ed al superamento dei limiti. E’ l’elasticità mentale che sottende alle leggi quando si parla di giurisprudenza ed interpretazione. E’ l’apertura mentale e la capacità di comprendere il tutto che porta a regolare con buon senso, e veramente, ogni problema preso singolarmente nella sua soggettività. La rigidità di pensiero: “al di fuori di questi confini che qui stabilisco, tutto è corrotto e corruzione” forse è l’atteggiamento di pensiero meno adatto per comprendere i tempi, anche se nel dire ciò posso sembrare anacronistica: perché si sa dopo lunghi periodi liberali e di liberismo sfrenato arrivano medi periodi di restringimento e arretramento. Ancor più in questi periodi s’insinuano le “corruzioni di pensiero” : ti seguo e mi conformo perché altrimenti non saprei come fare. Oppure: “lascio fare e lascio vivere, perché così son sicuro/a che quando tutto sarà passato io sarò ancora in pista …” E allora che facciamo, tutto si risolve in corruzione? Educheremo i nostri figli al pensiero che siamo un paese di soli corrotti e corruttori, senza giustifiche, senza zone grigie, senza scuse? Perché è evidente che anche irrigidendo i confini culturali, la natura umana, qui e là, farà capolino, quantomeno, e se le dinamiche sociali e soprattutto umane le vedremo filtrate dal solo “spettro corruttivo-corruttivante”, dove si potrà far più politica? Presso gli Eremi? La politica da troppo “libertaria” diventerà confessionale? E qui entriamo nel sottilissimo confine che potrebbe farci scivolare nell’anarchico pensiero: “visto che tutto è corruzione allora niente è corruzione. Queste derive sono sostanzialmente pericolose anche se molto meritorie nella finalità. La distanza tra pesi e misure, in giurisprudenza come in politica, fa gioco. Ben venga, dunque, la cultura della legalità; ben venga insegnare già dalle scuole a praticare l’onestà di pensiero e la rettitudine, ben venga ristrutturare la cultura del paese in forme più socialmente accettabili ma stiamo attenti a non diventare fondamentalisti, a vedere male e corruzione dappertutto. Non credo che ciò possa aiutare. Felice solo se questa riflessione possa contribuire un po’ alla discussione…

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