sabato 14 aprile 2012

Opportunità

Il tema delle riforme istituzionali è sempre attuale. Si dice spesso, e ciò corrisponde al vero la maggior parte delle volte, che i governi che tentano continue riforme e/o riforme radicali, siano o finiscano per diventare governi di regime. Temo che ciò corrisponda al vero. La globalizzazione fa paura tanto ai cittadini quanto ai governi. La popolazione cresce, le risorse diminuiscono, senza contare l'aumento dei pericoli che si verificano quando gli spazi si restrigono e le eterogeneità delle diverse culture delle varie razze umane s'intersecano e si fanno sempre più vicine. I controlli diventano complicati, la sicurezza ne risente a nocumento di un restringimento delle libertà prima possibili. Il tempo della storia cambia inevitabilmente ad ogni avanzare. E' vero che i fatti umani si ripetono ma ad ogni riedizione c'è sempre qualcosa di diverso, un elemento in più, un ambiente modificato, un numero di persone crescente ... tutti fattori che fanno sì che nella riedizione del ricorso storico le cose non possano ripetersi effettivamente identiche. Così non possiamo sapere cosa in realtà comporti scivolare in un regime di governo più "stretto sulla democrazia" dopo aver tanto lottato ed ottenuto in tema di democrazia e giustizia sociale. Ma possiamo benissimo sentirne le conseguenze nell'immediato. Le leggi si fanno più complesse, i rimaneggi di quelle ad "alto valore sociale e democratico" (Costituzione) vengono continuamente prese di mira, profittatori tentano di modificare modi e parole della democrazia per manipolarle a propri fini ed interessi. Non è mai una cosa buona tentare il restringimento delle libertà ed opportunità a comunità in continua espansione, è opportuno però guidare i processi, riconoscendo sempre alto il valore della democrazia come struttura di sostegno della società così detta civile (più a parole che nei fatti) E' certo che sia cittadini che governanti sono uguali: pensano tutti alla stessa maniera. Posto ciò il governante è però superiore perchè in grado di porsi mentalmente, filosoficamente, politicamente su un gradino più alto e complesso di pensiero e rendersi capace di pensare super partes all'interesse comune salvaguardando i singoli interessi. Sarebbe bello!! In realtà in Italia lo scontro che permane sempre attuale è tra veri fautori della democrazia e veri appassionati dell' ancient regime mussoliniano... le generazioni protagoniste sono ancora tra noi, il tempo trascorso è appena dietro di noi. In questo scontro - che non ha lesinato colpi soprattutto allo Stato - si sono inserite una serie di categorie terze che in fondo hanno spinto in avanti tutto il corso della storia, questo sì. Sarebbe bene però ora mettersi in mente che la storia non può aspettare ancora che noi si decida una buona volta a considerarci tutti italiani, a pagare le nostre buone ed eque tasse, a lavorare per lo Stato e ad essere ricambiati da questo con servizi e benefici per tutte le categorie sociali. E che certi tentativi di aggirare gli ostacoli di talune categorie più "vantaggiate" (ma forse sarebbe più opportuno dire più "furbe" - senza offesa) dovrebbero trovare pane per i loro denti, mentre viceversa certi tentativi di bypassare la meritocrazia per favorire il "peggio" il "meno" risultano essere poi solo boomerang contro tutti. Quindi moderazione è la parola d'ordine. In media stat virtus. E ciò è indiscusso. Il Governo Monti lo vedo come un governo che credeva possibile cambiare lo stato sociale ed ora si scontra con la dura realtà: i cittadini sono più "smaliziati" di quanto non si aspettasse e lo stato economico reale del paese non è quello che credeva ... Forse se solo capisse che lo "sfascio" del paese può essere fermato proprio ora ... sarebbe opportuno a quel punto parlare finalmente di riforme elettorali, di rimborsi ai partiti, di walfare state e di infrastrutture

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