domenica 8 aprile 2012

Violenza contro le donne è un fenomeno crescente, che sempre più spesso sfocia nell'uccisione della vittima - secondo dati diffusi di recente anche dalla stampa nazionale

Quì di seguito il testo completo della mozione Vittoria Franco in Senato, per contrastare il fenomeno della violenza alle donne. Tra i firmatari A. Finocchiaro, A.M. Carloni, Maria Fortuna Incostante, Garavaglia E' solo un copia e incolla ma il tema merita approfondito dibattito Atto Senato Mozione 1 - 00606 presentata da VITTORIA FRANCO mercoledì 4 aprile 2012, seduta n.705 FRANCO Vittoria, FINOCCHIARO, CASSON, ADAMO, AGOSTINI, ANTEZZA, BARBOLINI, BASSOLI, BASTICO, BERTUZZI, BIONDELLI, BLAZINA, BUBBICO, CARLONI, DELLA MONICA, DELLA SETA, DI GIOVAN PAOLO, FERRANTE, FONTANA, GARAVAGLIA Mariapia, GHEDINI, INCOSTANTE, LIVI BACCI, MARINARO, MONGIELLO, MORANDO, NEGRI, PASSONI, PERDUCA, PIGNEDOLI, PORETTI, SANNA, SCANU - Il Senato, premesso che: la violenza contro le donne è un fenomeno crescente, che sempre più spesso sfocia nell'uccisione della vittima; secondo dati diffusi di recente anche dalla stampa nazionale, le donne uccise nei primi tre mesi del 2012 sono già 46, nel 2011 sono state 139 e nel 2010 127; molti di tali omicidi costituiscono l'esito di atti persecutori, che, si calcola, riguardano due milioni di vittime; il fenomeno riguarda tutte le classi sociali e livelli culturali; i dati indicano che nella maggior parte dei casi la violenza si svolge all'interno delle mura domestiche. Il 70 per cento degli episodi di violenza è, infatti, ad opera del partner, il 17 per cento di conoscenti e il 6 per cento di estranei; i dati nazionali sul fenomeno delle violenze contro le donne sono un serio motivo di allarme politico e sociale. L'intensità e il grado di diffusione di episodi di violenza e abuso nei confronti delle donne sono tali da avere suggerito alla letteratura sociologica di coniare il termine "femminicidio"; in una ricerca del 2007 l'ISTAT aveva già rilevato dati impressionanti, che indicano che la violenza è la prima causa di morte per le donne: 7 milioni, tra i 16 e i 70 anni, hanno subito una violenza sessuale o fisica nel corso della propria vita, pari ad una donna su tre. Di queste, 5 milioni hanno subito violenza sessuale, un milione ha subito stupri o tentati stupri. Si tratta di dati allarmanti, che rappresentano il fenomeno per difetto, considerato che è accertato che la violenza, per ragioni diverse, raramente viene denunciata dalle vittime; le denunce riguardano, infatti, solo il 4 per cento delle violenze subite da estranei e il 6 per cento di quelle subite dai partner; solo il 25 per cento di queste arriva all'imputazione e solo l'1 per cento degli autori di violenza viene condannato; tali dati indicano che occorre lavorare su più livelli: la giustizia e la pena giusta e certa, il sostegno alle vittime, la prevenzione e l'educazione al rispetto della libertà e della dignità delle donne, la rieducazione dei violentatori; oltre al rafforzamento delle tutele normative e repressive, servono misure che favoriscano la sicurezza e la vivibilità dei territori, sviluppino prevenzione attraverso la fruibilità dei servizi, il controllo sociale e di polizia, la buona amministrazione; serve, soprattutto, che la vittima avverta, da subito, un sistema sensibile, attento al suo vissuto, che lungo il percorso di sostegno e di denuncia incontri operatori formati, competenti, pronti a farsi carico delle esigenze di protezione, di accoglienza, di difesa. Chi lavora con le vittime di violenza sa quanto contino le parole che si dicono o i gesti che si compiono perché si possa trovare il coraggio necessario; premesso, inoltre, che: in diversi documenti internazionali la violenza è considerata una violazione grave dei diritti umani fondamentali e costituisce un ostacolo all'affermazione della libertà delle donne, ferisce la loro dignità e distrugge le relazioni tra le persone; nella "Convenzione europea per la prevenzione e la lotta alla violenza sulle donne", non ancora firmata e ratificata dall'Italia, sono indicate diverse misure che gli Stati membri sono chiamati ad adottare per prevenire la violenza, proteggere le vittime e perseguire gli autori dei reati allo scopo di promuovere una reale eguaglianza fra uomini e donne; una cultura diffusa di tutela delle vittime, di condanna della violenza, di reciprocità delle relazioni richiede consapevolezza e un adeguato impegno di risorse. In questo senso, sono diversi i segnali di arretramento rispetto alle esigenze emergenti. Purtroppo, non esiste ancora un Osservatorio nazionale sulla violenza, la cui istituzione diventa sempre più urgente, mentre il piano nazionale contro la violenza di genere non ha una copertura finanziaria sufficiente a sostenere i centri antiviolenza, i quali versano in condizioni di grave difficoltà, soprattutto al Sud; considerato che: tali strutture svolgono quotidianamente un'azione di assoluto rilievo non solo nella tutela e nell'assistenza delle vittime, ma anche nel contrasto agli abusi e alla violenza contro le donne e nella prevenzione; è particolarmente significativo che nelle zone nelle quali sono presenti centri anti-violenza o case-rifugio si sia potuto registrare un significativo incremento nel tasso di denunce; tale circostanza dimostra come la presenza sul territorio di simili strutture concorra a sostenere le donne vittime di violenza nel difficile percorso di rielaborazione e denuncia del crimine subito, contribuendo a formare una coscienza collettiva consapevole della necessità di promuovere una cultura rispettosa della differenza e del valore della donna nella società, secondo quanto auspicato tra l'altro dall'Unione europea e dalla Conferenza di Pechino del 1995; il Ministro dell'Istruzione, Francesco Profumo, ha recentemente annunciato l'avvio di una campagna nelle scuole per "educare i giovani al rispetto", impegna il Governo: 1) a istituire l'Osservatorio nazionale sulla violenza di genere che monitori gli episodi di violenza e renda più incisive le misure di contrasto; 2) a sostenere la ratifica in tempi brevi della Convenzione per la prevenzione e la lotta alla violenza contro le donne; 3) a stanziare risorse adeguate al fine di promuovere la diffusione in tutte le zone d'Italia, e in particolare nel Mezzogiorno, dei centri anti-violenza e delle case-rifugio, quali strutture indispensabili per la tutela delle vittime di violenza sessuale, nonché per il contrasto a tale crimine, per la sensibilizzazione della società nei confronti di tale fenomeno e per la promozione di una cultura che riconosca il valore e i diritti delle donne; 4) a istituire un registro dei centri accreditati in base a precisi criteri, nonché un coordinamento nazionale dei centri anti-violenza; 5) a realizzare una campagna contro la violenza che informi le donne delle tutele e dei servizi esistenti, che favorisca nelle scuole la maturazione di una coscienza di genere e una cultura del rispetto dell'altra/o senza discriminazione o lesione del diritto alla libertà della persona umana femminile. (1-00606)

Nessun commento:

Posta un commento