mercoledì 20 giugno 2012

LA COMUNICAZIONE PUBBLICA

Solo agli inizi degli anni Novanta al tema della comunicazione pubblica sono state dedicate ed intitolate analisi giuridiche - basti appena ricordare il Rapporto Giannini per la riforma della pubblica amministrazione e l'istituzione della Commissione Nigro ["dal riconoscimento della cittadinanza politica inizia a seguire il riconoscimento della cittadinanza amministrativa" S. Cassese]- nelle quali per lo più si tratta dell'argomento come un ambito pivilegiato per richiamare le problematiche del diritto all'informazione, come "nuovo diritto sociale", oltre che strumento indispensabile per una democrazia compiuta. Il cittadino viene considerato un interlocutore indispensabile nel rapporto con l'autorità. Questi contributi, anche se sporadici, danno il senso di come un passo avanti per la qualificazione del fenomeno della informazione pubblica come comunicazione, ossia come rapporto bidirezionale e paritario, sia compiuto trattando della circolazione delle informazioni che riguardano l'apparato pubblico ed in particolare quello amministrativo. Occorre però da subito avvertire che, se certamente è indispensabile una disamina delle situazioni soggettive coinvolte, sembra invece insufficiente definire la comunicazione pubblica come l'attività con cui i soggetti pubblici diffondono la loro immagine. L'introduzione dell'espressione "immagine", o "immagine globale", interessa solo se connessa al problema più articolato della riconoscibilità delle istituzioni. Dunque non sono solo la "reputazione" o la "visibilità" ad entrare in gioco. E’ il riferimento autorevole e riconosciuto che fa la differenza, il rimando a quell’Ente come tratto distintivo di un’appartenenza in termini culturali e di fonte.

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