mercoledì 6 giugno 2012

TWITTER SENZA DELEGA

Mentre l’America guidata dal tecnologico-democratico Obama, tenta il tutto per tutto per il controllo dei social network, percependone le potenzialità come un segugio da transistors, e si prepara al World Conference on International Telecomunications di Dubai, la Russia, l’Onu ed in genere l’Europa cercano di attenuare l’importanza e le mire espansionistiche della rete delle reti, non potendone riconoscere l’importanza fondamentale nel moderno mondo globalizzato. Alle economie europee, ai mercati finanziari, ai consolidati regimi di potere, Internet in genere fa paura : è sfuggevole, ancora molto, e ciò non va bene. La politica, nonostante i notevoli passi in avanti, non cavalca bene l’onda lunga della comunicazione via web2.0. Non riesce a padroneggiare la nuova comunicazione perchè sovverte i vecchi equilibri di potere, richiede un cambio di passo e di linguaggio. Trasparenza un tempo era considerata un’attitudine da praticare con parole in chiaro attraverso un codice di comune comprensione, che poi il politico cercava, invece, di mascherare per assumere un linguaggio specialistico al fine di lasciarsi spazi di manovra ideale per modificare all’occorrenza, per qualunque evenienza, l’enunciato. (Ciò che negli ultimissimi tempi si fa con le leggi, in pratica!)
Internet, invece, se da un lato richiede chiarezza d’idee ed una, seppur minima, cultura di fondo, dall’altro usa un linguaggio criptato che pochi esperti ancora padroneggiano.
A fronte di questa verità ve n’è un’altra che rende la rete ancora un oscuro oggetto di desiderio da guardare con occhio critico: insiste nella parzialità e parcellizzazione di nicchie e settori. Piccoli o comunque ridotti, gruppi d’interesse divisi per aree tematiche e professionali che non fanno la totalità dei consensi. Dall’organizzazione si passa alla metodologia sistemica: una fatica non a tutti gradita.
Twitter, come facebook, come altri social network, sono piazze, di più o meno piccoli paesi, dove tutti partecipano ma dove non vi è un vero referente politico intermediario, le idee che ne vengono fuori sono idee di cittadini e di politici dai connotati lobbistici. Nessuno prende il sopravvento su nessuno perché non esiste un potere decisionale, un arbirtro per le controversie. Il social network è ancora fuori dall’organizzazione politica e non è ancora capillare mentre la politica permane nella sua autoreferenzialità, insiste sul problema degli accordi tra parti in causa da non specificare nei minimi dettagli: non si può lasciar decidere a twitter o fb, la politica perderebbe il controllo.

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