venerdì 31 agosto 2012

Rete de che?

Che cos’è dunque una rete. Si sarebbe tentati dal rispondere banalmente : un insieme di fili lavorati ad intreccio in modo tale da formare una trama, di qualsivoglia materiale, di un corpus unitario e sistemico ossia di unità funzionale, destinata a qualunque scopo. Generico. Eppure esplicito. E’ ciò che è esattamente Internet: la rete delle reti, la rete per eccellenza. Collega migliaia, anzi milioni, di pc con le interfacce ed i protocolli che rimandano agli Host - i nodi, ossia grossi computer su cui si appoggiano le “zone” - le proprie azioni per inviarle ad altri Host, su cui sono collegati altre migliaia o milioni di pc. Ecco la rete. Semplicisticamente. Bene. Ma perché tutto ciò? Perché la comunicazione si è sviluppata, trasformata e deve assolvere alle esigenze della globalizzazione, mettere il mondo in contatto con sé stesso, accorciare le distanze, ridurre i tempi, assistere la società nella sua evoluzione e crescita esponenziale. Al pari del progenitore telefono, la rete non è qualcosa di opposto al reale, è il qui ed ora, proprio come il telefono ma con la possibilità delle immagini, delle interfacce, della scrittura, dei video, addirittura può fungere da videotelefono. In questo modo possiamo parlare e vederci dai più remoti angoli della terra, in più persone, contemporaneamente. Vengono esclusi tre sensi: il tatto, l’olfatto ed il gusto. Non possiamo toccarci, né odorarci né tanto meno mangiarci! o comunque mangiare un gelato o bere un caffè sulla rete ma lo possiamo condividere. E' quì il punto: l' "insieme" (nel senso di totalità ma anche nel senso di compagnia) e la condivisione, sono gli elementi che riportano e riferiscono al vissuto. Con la condivisione siamo immersi nella realtà, siamo qui o lì in quel momento, con la nostra persona e possiamo provare emozioni, parlare ed ascoltare. Tutto ciò ci fa risparmiare tempo e fatica, bypassa tutta una serie di difficoltà e ci offre una vasta gamma di opportunità, prima impensabili. Informazione, economicità, interattività, rimandi, memoria, rappresentano le caratteristiche fondamentali del cyberspazio, un universo fondato su, o addirittura fondante, libertà ed uguaglianza, al punto da divenire cybercultura. E mentre si paventano fenomeni di collettivizzazione, omologazione, assuefazione – la società liquida di Bauman – si avverte al contrario già un arretramento della morale di Bauman : c’è molto meno annullamento del sè nell'altro, meno delega a cedere parte del proprio io all’altro. Anzi c’è un rafforzamento dell’io, una dissociazione delle verità assolute che si traducono in tante morali, un acuirsi del protagonismo, una parcellizzazione dei diritti. E’ la destrutturazione della società. Siamo già nel post del post modernità di Bauman. E ciò è dovuto al nuovo fenomeno emergente dei social network che hanno soppiantato le reti civiche. E’ la società solida di Marx, la società delle istituzioni più solide. Non più la rete civica dove ci si scambiava fredde informazioni, ma il cuore pulsante delle persone che riescono a mettere in rete anche i propri sentimenti ed impressioni. Il social network si trasforma in soggetto stabile e durevole che privilegia il legame spazio-temporale e si fa istituzione ed identità. E per questo diventa ricostruzione, dopo la post modernità, dopo la liquidità, dopo l’omologazione. E’ dialogo, idea, tendenza, orientamento, informazione. La borghesia di Marx, viene soppiantata dai movimenti, dai partiti riconvergenti, reincorporanti. Il social network, più della rete generica, è la nuova filosofia, è Searle – la costruzione del sociale - riutilizza la memoria e la trasforma in bit di rimando per finalità precise, per intendimenti. Migliaia di frames di Giddens ogni giorno tessono il sostrato culturale ed intenzionale del mondo del futuro, la digitalizzazione è il nuovo credo perché è la nuova opportunità, sovverte le paure, soccorre l’impossibilitato, aumenta la partecipazione ed è meno alienante della rete generica perchè sollecita la presenza fisica, la rende possibile mettendo le persone in relazione tra loro. La compartecipazione è la moderna fisicità che filtra dalla rete acquistando nuove identità. L’individualizzazione, così, si fa “sostenibile” ed esercita il suo potere con il diritto di parola e di espressione più liberi, facendo emergere il valore della gestione del "bene comune", amplificandolo attraverso la nuova etica che è alla base dei social network: una nuova cittadinanza telematica e l'affermazione di un più convinto senso civico. La Nuova Agorà si dice. Ed in effetti è così. Le piazze telematiche si trasformano in animus sociale scomponendo xenofobia, omofobia e qualunque altra fobia, per ricostruirle nella interrelazione tra l’io generico e l’altro generico attraverso un interminabile flusso informativo che si fa vettore di nuovi e più affermati diritti utilizzando meccanismi empatici e fecondanti nuove etiche. Diventa Innovazione. Il termine sta a significare l’immissione delle moderne tecnologie all’interno dei meccanismi di stratificazione sociale per alzare il livello dell’uguaglianza ed opportunità, per alzare il livello dell’accessibilità ma soprattutto indica la possibilità e necessità di guidare i processi di trasformazione sociale per renderli più conformi alle esigenze delle persone, per velocizzare e rendere efficienti i servizi alla popolazione, per aumentare la portata informativa e formativa delle notizie. Nel secolo che vede la chiusura delle grandi narrazioni del novecento, il problema pressante ora si trasforma nella domanda “Quali regole per quale futuro”. E’ evidente che la legislazione in materia non è sufficiente a regolare tale cultura di portata storico-sociale-mondiale. Nonostante gli intenti. Sono manchevoli le regole sulla connettività, sulla digitalizzazione, sulla banda larga, sui digital divide esistenti, sull’agenda digitale e cablaggio delle città, sull’editoria, sulla professione giornalistica ecc.. Difficile e lungo soffermarsi in questa sede sui vari aspetti analizzandoli ad uno ad uno ma la già semplice menzione serve a ricordare, a tenere a mente, che il problema va seguito e molto da vicino (Twitter docet !)

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